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La guerra in Europa che nessuno ammette di avere scatenato, ma che tutti vogliono vincere






di Stefano Cozzaglio


Il fatto più interessante di questa situazione è che continuano a cambiare gli abbinamenti tra i contendenti nonché le loro metodologie di azione.

Si sta rivelando in maniera palese una gerarchia tra gli attori che confonde le idee perché ci nasconde i veri manovratori delle situazioni buttandoci davanti agli occhi solo controfigure pilotate da remoto e senza capacità decisionale effettiva.

Indipendentemente dalle motivazioni vere o false che siano, stanno uscendo allo scoperto le due principali fazioni in contrasto tra di loro: Stati Uniti con Nato ed Unione Europea al suo seguito in posizione gregaria e suddita contro la Russia ed i suoi alleati sia economici che militari.

Per potere meglio comprendere l’evoluzione degli avvenimenti occorre anche aggiungere che l’Ucraina ed il suo governo sopravvivono solo grazie a strutture economiche tenute vive mediante finanziamenti stranieri essendo sia la produttività originale che le forze militari quasi azzerate.

Per compensare queste carenze sono state ingaggiate da tempo truppe mercenarie sotto la

guida straniera che non obbediscono agli alti comandi ucraini.

Nel frattempo la situazione economica mondiale, anche a causa di questi continui scossoni geopolitici, si sta modificando come si può vedere dall’allontanamento del Brasile dall’area del dollaro e dalla posizione di stato cerniera che ha assunto la Turchia tra gli Stati Europei e la Russia per evitare il blocco delle transazioni di materie prime derivato dalle sanzioni imposta dagli angloamericani.

Queste misure si sono rivelate deleterie più per gli stati europei che per il blocco sovietico al punto da farmi seriamente pensare che gli americani vogliano impoverire sia la Russia che l’Europa stessa per accrescere la loro già alta capacità di manipolazione.

Ma questi comportamenti da parte dei decisori delle truppe alleate alimentano dubbi anche fra le altre nazioni non ancora allineate con nessuna fazione, tanto che anche Egitto ed Iran stanno pensando di abbandonare il dollaro come valuta per gli interscambi sulle materie prime.

Altre azioni che vanno in questa direzione si possono considerare anche il rifiuto degli


Emirati Arabi Uniti di aumentare la quantità di petrolio estratto come richiesto dagli Stati Uniti per poterne controllare il prezzo di vendita.

Dalla politica estera che la Cina deciderà di adottare visto che a Pechino l’attuare dirigenza del Partito Popolare Cinese è stata confermata in maniera che non lascia dubbi.

Si sa che l’intesa tra Cina Russia non è ancora un’alleanza militare anche se entrambi paesi sono più vicini alle linee di indirizzo economico dei paesi non allineati che aderiscono al gruppo Brics e cioè quelli che desiderano un sistema multipolare sganciato dal dittatura del dollaro utilizzato come moneta unica negli scambi internazionali.

Ulteriori motivi di incertezza derivano ancora dalla quasi prossima votazione da tenersi negli Stati Uniti a metà novembre che vede affrontarsi il partito democratico attualmente al governo con quello repubblicano dopo una serie di problemi dovuti alla attuale gestione di Biden.

L'enorme spesa che i cittadini devono affrontare per finanziare la guerra in Ucraina non trova il consenso di molti americani che non ne capiscono i vantaggi.

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